L’OCSE premia l’Ungheria
Come ogni anno l’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha pubblicato l’Indice Internazionale di Competitività Fiscale per il 2020 (International Tax Competitiveness Index, ITC) che valuta la competitività e la neutralità dei sistemi fiscali delle nazioni aderenti all’OCSE sulla base di una quarantina di variabili di politica fiscale distribuite in cinque categorie.
Quest’anno al 14-mo posto figura meritevolmente l’Ungheria occupando una posizione di tutto rispetto soprattutto in considerazione del fatto che si trova davanti a paesi ed economie mondiali di prim’ordine come USA, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Sud Corea, Canada, Olanda e tutti i paesi CEE, Polonia inclusa.
Diverse volte in questo blog, abbiamo scritto dei vantaggi del sistema fiscale ungherese, negli articoli Fiscalità di vantaggio – Ungheria e nella scheda Paese Ungheria, sottolineando come con una Flat Tax al 9% questo Paese sia davvero appetibile per la creazione di una società, nell’ambito di una pianificazione fiscale ben articolata.
Il Ministero delle Finanze ungherese ha commentato positivamente la notizia rimarcando come che la migliore valutazione del sistema fiscale ungherese rispetto a quello di molte grandi economie si basi su un accertato sui livelli di riduzione fiscale operato nel paese lo scorso 2019 in un contesto economico-finanziario-fiscale particolarmente favorevole caratterizzato dagli investimenti a favore della famiglia e delle imprese.
La nota del Ministero è proseguita rimarcando che nell’ultimo decennio, il governo Orbán ha compiuto seri sforzi per riformare il sistema fiscale ungherese attraverso lo sviluppo di un regime forfettario moderno, adatto alle famiglie, con una relativamente bassa imposizione fiscale per le imprese rivelatosi come la più significativa riduzione del carico fiscale sugli imprenditori negli ultimi anni.
La realizzazione di ciò si è resa possibile anche a seguito di una basilare ristrutturazione e modernizzazione del sistema amministrativo fiscale ottenuta mediante l’introduzione di un’aliquota fissa al 9% in sostituzione del sistema progressivo, e la creazione di nuovi metodi elettronici di controllo che lasciano poco spazio alle frodi fiscali.
Il rapporto dell’OCSE si è spinto addirittura oltre citando il sistema fiscale ungherese come modello da seguire in considerazione del fatto che in termini percentuali la pressione fiscale in Ungheria nel 2019 è diminuita in misura dell’1,7% rispetto al PIL del paese.
Secondo l’alto responsabile del Ministero c’è, comunque, ancora da fare per equilibrare il sistema e ciò autorizza ad ipotizzare ulteriori margini di miglioramento a livello internazionale con il dischiarato obiettivo di posizionare l’Ungheria intorno al decimo posto nella graduatoria OCSE in virtù dell’intenzione del governo di continuare la politica di alleggerimento fiscale anche nel 2021.
Per concludere c’è da notare come l’Indice Internazionale di Competitività Fiscale per il 2020 ponga l’Italia, duole dirlo, in ultima posizione.
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