Via libera della Cassazione alle Holding
La creazione di società Holding, è stato da sempre un argomento che questo blog ha affrontato con particolare interesse. Infatti nell’articolo, Protezione patrimoniale: ( parte 4 ) le Holding di famiglia abbiamo descritto che lo scopo di una Holding familiare è quello di tutelare il patrimonio della famiglia, separandolo della problematiche personali dei singoli soci, facilitando ed ottimizzando fiscalmente il passaggio generazionale del patrimonio. Successivamente con l’articolo “Cos’è una Holding Company e perché crearla“, abbiamo cercato di illustrare al lettore, quali fossero i motivi economici ed i vantaggi fiscali nella creazione di una Società Holding. Mentre con l’articolo Holding estera – Rigettata la tesi di AdE sull’esterovestizione, abbiamo analizzato un caso pratico di giurisprudenza tributaria, che ha visto l’Amministrazione Finanziaria soccombere in giudizio su una presunta esterovestizione di una Holding Lussemburghese. Con l’articolo odierno, invece vogliamo informare il lettore che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 8893 del 23 Ottobre 2017 ( depositata l’ 11 Aprile del 2018 ) ha finalmente di fatto “sdoganato” una volta e per tutte – e speriamo che sia davvero in via definitiva – le operazioni di riorganizzazione societaria, ribadendo il principio, garantito dalla Costituzione, di libera iniziativa economica privata. Con questa sentenza la Corte di Cassazione ha definitivamente annullato gli avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate che aveva contestato, ad una società operante nel settore oil & gas, una complessa operazione di riorganizzazione societaria. Secondo i Giudici, quindi in assenza di ulteriori elementi probatori, non può essere eccepita dall’Amministrazione finanziaria la ristrutturazione funzionale delle attività del gruppo. Non essendovi elementi sufficienti, sono stati rigettati tutti i motivi eccepiti dall’Amministrazione finanziaria, escludendo sostanzialmente qualsiasi intento elusivo posto in essere dal gruppo, che spinto dalle sue esigenze di separare le attività di holding da quelle industriali, ha agito nella piena autonomia negoziale e libertà, di poter scegliere la configurazione più congeniale alle sue finalità. In Italia sono numerosi gruppi, che hanno la volontà, o l’esigenza, di scorporare le attività di Holding da quelle commerciali e/o industriali, e che pur in assenza di vantaggi fiscali indebiti ed in presenza di valide ragioni economiche, non hanno attuato questa loro scelta per non essere accusati dall’Amministrazione finanziaria di porre in essere condotte abusive. Questa sentenza deve tranquillizzare queste società e sopratutto i loro professionisti, in quanto, al sussistere di determinate condizioni, le imprese devono sentirsi libere di organizzare come meglio credono la propria struttura, senza per questo ricadere nella fattispecie di elusione fiscale, o si preferisce ” abuso del diritto”, In particolare, secondo l’ormai consolidato orientamento della giurisprudenza, le norme antielusive non devono incidere sulla libertà dell’imprenditore di poter scegliere tra le diverse operazioni, anche se possono portare un differente carico fiscale ( Corte di Cassazione sentenze n. 4148/2018, n. 4603/2014, n. 8487/2009, CTR Lombardia sentenza n. 3916/2017). Allo stesso modo, integra gli estremi della condotta elusiva , quella costruzione che, nei processi di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale, abbia quale elemento essenziale lo scopo di ottenere vantaggi fiscali, con la conseguenza che il giudice di legittimità dovrà indagare se le ragioni economiche delle parti contraenti sono state perseguite con i giusti strumenti negoziali. Mentre l’Amministrazione finanziaria potrà disconoscere i vantaggi tributari conseguiti solamente in presenza di un valido strumento giuridico che, pur se alternativo a quello scelto dal contribuente, sia comunque funzionale al raggiungimento dell’obiettivo economico perseguito dallo stesso ( Corte di Cassazione, sentenza n. 439/2015 ). Questo articolo fornisce informazioni di carattere generale e non sostituisce la consulenza personalizzata. Come DIKE Consulting ci adoperiamo insieme ai nostri partners internazionali a fornire sempre ai nostri Clienti le migliori soluzioni in tema di fiscalità internazionale, ma è chiaro che le norme cambiano e al loro cambiare il Cliente deve essere pronto a variare la propria strategia. Le variabili di ogni singolo caso devono essere analizzate da un consulente specializzato in fiscalità internazionale, per evitare di incorrere in reati tributari e multe salatissime. Per questo motivo sono lieto di presentarti “Estero Sicuro” – il libro che può cambiare radicalmente il tuo approccio alla fiscalità internazionale. Il libro copre una vasta gamma di argomenti, dall’analisi dei sistemi di tassazione mondiali alle strategie per difendere il tuo patrimonio. È scritto in un linguaggio accessibile, pensato appositamente per chi si avvicina per la prima volta a questa disciplina. 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